Riempireste mai una vasca senza mettere il tappo?

Eppure, stando ai numeri di Cassa Forense, è quello che fa la maggioranza degli avvocati.

Ma partiamo dall’inizio e cioè dai motivi per cui risparmiano gli italiani.

Secondo un’indagine del Centro Studi Intesa Sanpaolo (link), al primo posto (43%) troviamo la voce “far fronte agli imprevisti (rappresentata principalmente da malattia, invalidità e premorienza), mentre al terzo posto (20%, quasi ex aequo con le spese per i figli) troviamo la voce “vecchiaia”, cioè la pensione.

Ora, in base ai dati forniti da Cassa Forense, solo il 7% dei professionisti ha aderito al contributo modulare (pensione integrativa) e più dell’80% ha utilizzato molto poco, o non ha mai utilizzato, il portale della Cassa riguardo alle prestazioni previdenziali (Rapporto Censis 2019). Questo significa che la maggior parte degli avvocati non conosce e non gestisce la propria posizione previdenziale (il 28% non ha neanche mai fatto una simulazione della sua pensione) ma significa anche che non ha una seria strategia di protezione da eventi avversi per malattia, invalidità e premorienza. Sul portale della Cassa, infatti, ci sono, non solo le stime sulla pensione di vecchiaia, ma anche le informazioni per calcolare le prestazioni di invalidità, inabilità e premorienza.

In sostanza, le persone, e quindi anche gli avvocati, risparmiano prima di tutto per gli imprevisti e per la pensione ma poi, quando si tratta di tradurre questi obiettivi in azioni concrete, non ne fanno più nulla, abbandonano il campo. Eppure, quei risparmi, per un avvocato, sono il frutto di ore di lavoro stressanti, di responsabilità e di preoccupazioni: perché non valorizzarle? Quel lavoro genera risorse finanziarie che vanno a finire nella vasca ma, curiosamente, ci si preoccupa di più di aumentare ancora quelle risorse (il fatturato) piuttosto che di mettere il tappo nella vasca e dare valore a quelle che ci sono già. 

Un avvocato può dedurre fiscalmente, ai fini previdenziali, fino a tre volte quello che deduce un lavoratore normale, quanti professionisti lo sanno? Ha senso regalare il frutto di tanta fatica allo Stato e a Cassa Forense a titolo di solidarietà? Queste agevolazioni, non sfruttate per anni, hanno effetti moltiplicatori: in negativo, ovviamente.

Quando tornate a casa stanchi dopo una giornata di lavoro carica di stress e di responsabilità in cui avete sottratto tempo ai vostri affetti, alle vostre passioni e ai vostri hobby, fermatevi un attimo a riflettere e chiedetevi: “ma il tappo l’ho messo”? 

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Cassa Forense e ricchezza personale: la relazione che non ti aspetti