Cassa Forense: non solo pensione

Quando si parla di Cassa Forense il pensiero va automaticamente alla pensione che si riceverà una volta cessata l’attività lavorativa. In realtà, le prestazioni erogate dall’ente di previdenza degli avvocati sono più ampie e la loro conoscenza è fondamentale per la pianificazione finanziaria e le scelte di investimento dell’avvocato.

Le prestazioni della Cassa hanno due diversi obiettivi:

  1. la previdenza;

  2. la protezione.

Previdenza e protezione

La previdenza ha come finalità quella di erogare all’avvocato una pensione in grado di garantire il mantenimento del tenore di vita; la protezione, invece, mira ad evitare che, a fronte di gravi eventi come l’invalidità o la premorienza, la rendita pensionistica non garantisca la sopravvivenza.

Si tratta di due differenti obiettivi che rispondono a due differenti esigenze, ognuna delle quali si manifesta in momenti diversi della vita del professionista.

La previdenza viene pagata alla maturazione dei requisiti pensionistici previsti ed è una prestazione che l’avvocato costruisce nel tempo con una contribuzione correlata al reddito.

La protezione, invece, può essere pagata in qualsiasi momento della vita, a fronte del verificarsi di eventi estremi come l’invalidità, inabilità (100% invalidità) o la premorienza.

Queste due tipologie di pensione mostrano che l’obiettivo della Cassa non è solo quello di gestire i contributi obbligatori per restituirli poi sotto forma di rendita vitalizia al momento del pensionamento ma è anche quello (che si ritrova nell’art. 38 della Costituzione) di prevedere e assicurare a tutti gli iscritti mezzi adeguati alle esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia.

Nonostante le pensioni di protezione rappresentino un rischio temporalmente più vicino rispetto a quello delle pensioni di previdenza, a questa tipologia di prestazioni viene dedicata in genere poca attenzione. Sicuramente su questo incide il fatto che le pensioni di previdenza rappresentano un rischio certo (il rischio di una pensione non adeguata rimane anche se l’iscritto premuore, perché viene spostato sui familiari superstiti), mentre quello delle pensioni di protezione, fortunatamente, è un rischio incerto.

A fare la differenza fra i due rischi, però, è l’impatto: un’invalidità che riduce significativamente la capacità lavorativa o una premorienza rappresentano eventi con conseguenze potenzialmente devastanti sulle finanze (oltre che sulla vita) del professionista e della sua famiglia. A questo tipo di eventualità (a bassa frequenza e alta severità) la Cassa risponde appunto con le pensioni di protezione. Queste prestazioni, peraltro, non sono scontate: ci sono Casse previdenziali importanti come la Cassa dei medici (ENPAM), la Cassa del notariato o la Cassa dei farmacisti (ENPAF) che non prevedono alcuna tutela in caso di invalidità, cioè nel caso di una riduzione della capacità lavorativa superiore al 66% (ma inferiore al 100%).

Pensioni di protezione e pianificazione finanziaria

Le prestazioni di protezione della Cassa rappresentano anche un utile supporto alla pianificazione finanziaria dell’avvocato.

Il primo step della pianificazione finanziaria, infatti, è rappresentato proprio dalla protezione: non ha senso investire risorse (magari anche a lungo termine) se prima non si è pensato a proteggere il patrimonio di cui già si dispone, perché in caso di eventi avversi (come, ad esempio, una malattia con esiti invalidanti o un infortunio mortale), quelle risorse investite dovrebbero essere liquidate anzitempo con perdite in conto capitale più o meno rilevanti.

Per un avvocato, il patrimonio più importante è il capitale umano, cioè quell’insieme di competenze e di abilità sia professionali che relazionali che gli consentono di generare reddito nel tempo. Si tratta di un asset finanziario a tutti gli effetti che, per quanto intangibile, è misurabile (l’Istat ha stimato per la prima volta nel 2014 il valore medio del capitale umano di un cittadino italiano) e come tale può essere assicurato per il suo valore. Le prestazioni di protezione della Cassa hanno proprio l’obiettivo di proteggere il capitale umano.

L’entità della protezione necessaria per una copertura adeguata varia da avvocato a avvocato in funzione del reddito prodotto; la Cassa offre una copertura di base che, nella maggior parte dei casi, andrà integrata in maniera più o meno consistente, anche a seconda della situazione familiare del professionista (la presenza di figli minori e di coniuge a carico richiede un’integrazione maggiore).

Cassa Forense e l’attività di welfare

Oltre alla funzione previdenziale e di protezione appena vista, Cassa Forense svolge anche un’importante attività redistributiva e di welfare finalizzata a tutelare gli iscritti da situazioni di bisogno, da problemi di salute e a supportarli nello svolgimento dell’attività professionale.

Negli anni, a fronte di una progressiva riduzione delle prestazioni previdenziali, conseguenti al peggioramento dei criteri di calcolo delle pensioni, l’attività di welfare delle Casse dei professionisti (e di Cassa Forense in particolare) è andata via via crescendo. L’intento è quello di supplire attraverso l’offerta di welfare a una qualità e una sicurezza di vita che le pensioni sono sempre meno in grado di assicurare.

L’attività redistributiva e di welfare si sostanzia di erogazioni di somme di denaro e di garanzie e coperture assicurative.

Le erogazioni assistenziali sono per la maggior parte vincolate a determinate soglie di reddito e quindi non fruibili da tutti.

Vi sono, invece, una serie di tutele riservate indistintamente a tutti gli iscritti che riguardano la salute e la protezione del professionista e della sua famiglia che sono poco conosciute ma meritano attenzione, anche per il valore che assumono, come vedremo più avanti, quando si tratta di fare scelte di investimento del proprio capitale finanziario.

La copertura più nota è sicuramente la polizza sanitaria per grandi eventi morbosi e grandi interventi chirurgici, molto meno note, invece, sono una serie di tutele offerte dalla Cassa a protezione del capitale umano che vanno ad integrare le pensioni di protezione di cui abbiamo parlato sopra.

Ma perché sono importanti le protezioni a tutela del capitale umano?

Quando si parla di capitale umano i rischi da prendere in considerazione, e quindi da coprire, sono sostanzialmente tre: la premorienza l’invalidità e la non autosufficienza.

La premorienza è un rischio che va considerato con particolare attenzione soprattutto dai giovani professionisti con familiari a carico. La pensione indiretta che verrebbe pagata dalla Cassa ai superstiti di un giovane professionista premorto, infatti, sarebbe minima perché correlata al numero di anni di contribuzione e all’entità dei redditi prodotti (che sono notoriamente più bassi a inizio carriera). Non solo: se gli anni di iscrizione alla Cassa sono inferiori a 10, la pensione ai superstiti non viene pagata affatto. È chiaro, quindi, che un giovane avvocato con famiglia non può prescindere da una protezione che, in caso di premorienza, sia in grado di supportare i propri cari, almeno per un certo numero di anni.

L’invalidità e l’inabilità (invalidità del 100%), invece, rappresentano rischi che vanno considerati e coperti a prescindere dalla presenza di familiari a carico (semmai in questo secondo caso la copertura dovrà essere maggiore). Infatti, nel caso di un avvocato che incorresse in una grave invalidità o nell’inabilità, la pensione (di invalidità o inabilità) corrisposta dalla Cassa, anche se decisamente più generosa di quella pagata dalla media delle altre Casse professionali, sarebbe comunque inadeguata a una situazione in cui non verrebbe più prodotto reddito (o comunque molto poco) e, al contempo, occorrerebbe far fronte a grosse spese per l’assistenza. Se, poi, il professionista risultasse iscritto alla Cassa da meno di 5 anni, la pensione di invalidità o inabilità non verrebbe pagata affatto. E’ chiaro quindi come una copertura a tutela di questi eventi estremi sia indispensabile alla serenità (e spesso anche alla sopravvivenza) del professionista e della sua famiglia.

Ebbene la Cassa, nell’ambito della sua attività di welfare, offre, in aggiunta alle pensioni di protezione, supporti e tutele proprio per i casi di invalidità, inabilità e premorienza.

La pensione modulare

Oltre al welfare, Cassa Forense offre ai suoi iscritti anche una pensione integrativa.

Con la Riforma previdenziale forense, entrata in vigore il 1° gennaio 2010, infatti, la Cassa ha istituito la pensione modulare, una pensione integrativa gestita dalla Cassa stessa alla quale possono aderire facoltativamente tutti gli avvocati versando un contributo a scelta dall’1% al 10% del reddito.

La pensione modulare è stata creata con l’obiettivo di mantenere e migliorare i livelli di adeguatezza delle prestazioni previdenziali. Da alcuni anni, infatti, aveva iniziato a delinearsi una tendenza alla progressiva riduzione delle prestazioni pensionistiche conseguente all’allungamento della speranza di vita e alla necessità di garantire la sostenibilità dell’ente previdenziale. Il primo obiettivo della pensione modulare, quindi, non è quello di aumentare ma quello di mantenere il livello delle rendite pensionistiche in uno scenario di progressiva riduzione delle prestazioni.

Anche la pensione modulare, come le polizze di protezione del capitale umano, è poco conosciuta. I dati a disposizione ci dicono che questa opportunità è utilizzata da meno del 10% degli iscritti. Eppure, la pensione modulare presenta caratteristiche quali la flessibilità dei versamenti, la garanzia di un rendimento minimo o la totale deducibilità fiscale (in aggiunta a quanto eventualmente versato a un fondo pensione privato) che, a seconda della situazione reddituale e anagrafica dell’avvocato, possono rappresentare vantaggi anche importanti. Conoscere tutti questi aspetti della pensione modulare e integrarli all’interno del proprio piano finanziario è il modo per beneficiare appieno di queste opportunità.

Considerazioni finali

Alla luce di quanto detto, è chiaro che l’attività di Cassa Forense non è solo quella di garantire una pensione al momento in cui l’avvocato cesserà l’attività lavorativa ma anche quella di offrire all’iscritto e alla sua famiglia una buona serenità di vita, affiancando il professionista nei momenti di difficoltà e in caso di eventi estremi, e fornendo una base di protezione che rappresenta il primo passo per ogni avvocato per costruire una solida patrimonialità. Una protezione che andrà integrata e personalizzata sulle esigenze del professionista e della sua famiglia e che costituirà il punto di partenza di una valida strategia di investimento.

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Il contributo modulare, la pensione integrativa di Cassa Forense

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