La riforma di Cassa Forense: hai più di 18 anni di contributi? Ecco cosa succede alla tua pensione

La proposta di riforma del sistema previdenziale forense individua tre categorie di avvocati con tre diversi criteri di calcolo della pensione. 
A fare la differenza è l’anzianità contributiva maturata a fine 2023:

✅ più di 18 anni,
✅ meno di 18 anni
✅ nuovi iscritti a partire dal 2024.

Per gli avvocati con più di 18 anni di contributi all’attivo, apparentemente, non cambia molto, posto che per loro viene mantenuto il metodo di calcolo retributivo.

La riforma, però, pur mantenendo l’attuale sistema retributivo, prevede al contempo la riduzione del coefficiente di rendimento dello 0,10% (dall’ 1,40% all’ 1,30%). Questa modifica ha come conseguenza una riduzione della quota di pensione futura del 7,14%.

Questo non significa che tutta la pensione futura subirà una riduzione del 7,14% ma solo la parte di pensione maturata a partire dal 2024.

Prendendo come riferimento il caso di un avvocato che al momento della riforma ha 18 anni di anzianità contributiva, ipotizzando che guadagni 100.000€ l’anno e vada in pensione a 70 anni con 35 di contributi, la sua pensione passerà dagli attuali 49.000€ annui a 47.300€: 1.700€ in meno all’anno, il 3,47%.

Per tutti gli altri professionisti con anzianità superiori a 18 anni alla data di entrata in vigore della riforma, gli impatti negativi sull’importo finale della pensione saranno via via minori fino quasi ad azzerarsi (- 0,2%) per coloro che al 31/12/2023 hanno soltanto un anno alla pensione.

Se guardiamo al solo criterio di calcolo e all’importo della pensione, quindi, la situazione per questa categoria di professionisti non cambia molto. Quello che cambia, però, è lo “sforzo finanziario” richiesto per avere prestazioni previdenziali non troppo dissimili da quelle attuali.
Lo vedremo meglio nei prossimi post quando integreremo nel ragionamento anche le altre novità introdotte dalla riforma.

La cosa certa è che la richiesta di maggiori risorse finanziarie per garantirsi lo stesso livello di pensione (peraltro già inadeguato al mantenimento del tenore di vita) richiede sempre di più un’accurata pianificazione finanziaria e una gestione efficiente delle proprie risorse.


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